Latitudine, longitudine e toponomastica anche per Plutone.
Da circa dieci anni una missione spaziale ha iniziato un viaggio verso un luogo sconosciuto, la cui presenza venne dedotta dalle anomalie delle orbite dei pianeti più lontani del nostro sistema solare, Uranio e Nettuno. La sonda interplanetaria New Horizon il 14 Luglio del 2015 è giunta in prossimità di Plutone e, un passaggio ravvicinato, che ha riguardato anche Caronte, la sua più grande luna, è avvenuto a circa 50.000 km orari di velocità, dopo 9 anni abbondanti di un viaggio siderale in cui la sonda ha percorso l’enorme distanza di 4,9 miliardi di km. Durante il rendez-vous la sonda è stata impegnata, con i suoi sette strumenti scientifici, per riprendere i due corpi celesti e mapparne fotogrammetricamente la superficie, analizzandone anche la sua composizione chimica. A marzo scorso Plutone occupava solamente una decina di pixel quadrati nelle immagini provenienti dalla sonda New Horizons. Non si può fare molto con poche decine di pixel. Probabilmente si vedevano zone in luce e zone buie, non di certo una mappa. Eppure, era un inizio, perché ora con le immagini acquisite, i crateri, le montagne e le altre caratteristiche del terreno prenderanno forma in un reticolato, assegnando nomi a elementi caratteristici che identificheranno alture, vallate, pianure, tutte ancora da esplorare. Si delinea il sistema di riferimento, le latitudini e le longitudini iniziano a identificare punti notevoli, fissi che per la loro riconoscibilità possano essere usati come punti trigonometrici e si avviano campagne per dare i nomi appropriati ai nuovi territori anche con iniziative in cui tutti i cittadini della Terra potranno dire la loro, andando su un sito web appositamente creato: ourpluto.org . La conquista è iniziata e l’esplorazione cartografica, come sempre, apre la via con l’istituzione di un sistema di riferimento e attribuendo i primi toponimi.
Latitude, longitude and place name for Pluto
For nearly ten years a space mission spent a journey to an unknown place, the presence of which was deducted from the anomalies of the orbits of the most distant planets of our solar system, Uranus and Neptune. The interplanetary probe New Horizon, on 14th of July came close to Pluto to flyby, also to its largest moon Charon, at about 50,000 km per hour speed, after nine years of a sidereal journey
in which the probe has travelled the enormous distance of 4.9 billion km. During the rendez-vous the probe has been engaged with its seven scientific instruments for the two celestial bodies, while mapping photogrammetrically the surface and analysing their chemical composition. Some months ago Pluto occupied only a dozen square pixels in the images coming from the New Horizons spacecraft. Not much can be done with a few dozen pixels. They probably show areas in light and dark, certainly not a map. But it was a beginning, because now with the captured images craters, mountains and other terrain features, the shape arise in a grid and we can start to assign names to the characteristic elements that identify mountains, valleys, plains, all yet to be explored.
We define the parameters of the reference system, latitudes and longitudes begin to identify significant points, fixed that for
their recognition can be used as trigonometric reference and both initiate campaigns to give the appropriate names to new territories. There is also a campaign in which all citizens of the Earth can say the names of places, just look at the web site: ourpluto.org.
The conquest began and the exploration of the cartographer opens the way, as usual, with latitudes, longitudes
and place names.
(editoriale di Renzo Carlucci)