Regole tecniche per i Dati Territoriali?
Recentemente in una Tavola Rotonda a Ferrara, di cui vi abbiamo riportato sul precedente numero di GEOmedia, è stato affrontato il problema del collaudo delle opere di rilievo condotte con nuove tecnologie, come ad esempio la generazione di nuvole di punti 3D, per le quali poco è stato stabilito per normarne modalità e ambiti applicativi in funzione del risultato richiesto. Necessaria base per poter affidare servizi di documentazione e rilievo, nel regime di libera concorrenza sul mercato, in cui tutti coloro che vogliano cimentarsi possano essere messi in grado di fare la loro migliore offerta. I partecipanti, al termine della Tavola Rotonda, oltre a lamentare carenze istituzionali nella formazione, hanno convenuto sulla mancanza di un organo normativo che stabilisca con certezza regole e accuratezze necessarie che possano essere utilizzate per i criteri dei bandi di gara, convenendo infine sul fatto che proposte risolutive possono avviarsi solo da un ente che venga riconosciuto facendo riferimento ai metodi e ai manuali semplici e chiari delle commissioni allo scopo costituite e poi chiuse pochi anni fa.
Sempre recentemente è stata bandita un gara per l’acquisizione e la georeferenziazione di molte mappe originali di impianto del catasto terreni, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea, per un importo a base d’asta di oltre un milione di euro. Si tratta di un quarto circa del territorio italiano che viene immesso in un processo di digitalizzazione. Da una parte c’è chi esulta perché finalmente tale azione si compie (vedi il blog di geolive.org), dall’altra invece chi prova “... disappunto e malessere per tale appalto se considerato nel quadro della difficilissima congiuntura economica che attanaglia l’Italia considerandolo un caso, non isolato, di spesa pubblica non solo di dubbia utilità ed efficacia, ma addirittura potenzialmente dannoso”.
Quest’ultimo nel sollevare la sua voce da una postazione disinteressata, per fornire un contributo di esperienza e conoscenza altamente qualificata nel settore, trova difficoltà per comprendere bene a chi rivolgersi pensando di dover scrivere a “... potenziali interessati, al Commissario per la Spending Review, al Direttore Generale per l’Agenzia delle Entrate, al Servizio cartografico del Catasto, ai 35 uffici del Territorio interessati, ai 35 Collegi dei Geometri ugualmente interessati, agli Organi Cartografici dello Stato, alle Associazioni scientifiche che si occupano di Territorio e a qualche rivista di settore” ... come la nostra. Emerge e si evidenzia ancora a chiare lettere la mancanza di un ente dedicato al quale ci si dovrebbe rivolgere per la valutazione del problema.
Ma non erano stati istituiti dei “gruppi di lavoro” aperti a tutti proprio per affrontare e definire le “regole tecniche”, che tra l’altro rischiano di non poter essere continuamente aggiornate come purtroppo invece richiede il continuo avanzamento delle tecnologie? L'art. 59 del CAD ha istituito, oltre al RNDT, anche il Comitato per le regole tecniche sui dati territoriali delle pubbliche amministrazioni, un organismo “trasversale” composto da rappresentati di amministrazioni centrali, regionali e locali con il compito di definire le regole tecniche per la realizzazione delle basi dei dati territoriali, la documentazione, la fruibilità e lo scambio dei dati stessi tra le pubbliche amministrazioni centrali e locali in coerenza con le disposizioni del sistema pubblico di connettività. Ha il compito, altresì, di proporre le regole tecnico-economiche per l’utilizzo dei dati in questione tra le pubbliche amministrazioni centrali e locali e da parte dei privati. Si articola oggi in 8 Gruppi, inattivi da tempo, che di Catasto e di Nuvole di Punti purtroppo non parlano.
L’impressione è che questi gruppi si occupino solo della gestione informatica dei dati Territoriali, ma nessuno oggi si preoccupi più di stabilire le regole sulla qualità dei contenuti. Infine: se questi Gruppi non lavorano o non si auto-costituiscono, chi li controlla? e chi ne subirà i danni?
(editoriale di Renzo Carlucci)